8 marzo. Un pensiero di Daniela Moggi

L’immagine è tratta dall’articolo di Anna Li Vigni sul Domenicale Il Sole 24 ore 7 marzo 2021

Segue un pensiero di Daniela Moggi:

8 Marzo. Un pensiero. Il mio pensiero. E le mie parole, per rendere “pubblico “ un pensiero che , altrimenti resterebbe senza voce, muto.
Il Silenzio, quando è raggiunto con Libertà, fa parte dei Saperi.
Lo si raggiunge con fatica e impegno.
Altra cosa è, invece, a parer mio, il non-dire che rimane sepolto e, proprio per questo, perde la propria vitalità, fino a spegnersi.
Per ventidue anni, parallelamente al lavoro svolto nel mio studio con i/le pazienti, ho collaborato con un Centro Antiviolenza e ritengo di aver sempre svolto il mio lavoro, in entrambi i luoghi, come donna analista e non come psicoanalista donna. Entrambe le esperienze mi hanno permesso, oltre a tanto altro, di prestare particolare attenzione al linguaggio usato quotidianamente da noi donne, soprattutto nelle situazioni per noi più difficili.
La maggior parte delle volte, in questi momenti, usiamo un linguaggio di tipo bellico: combattere, sottomettere, massacrare, armarsi contro, essere disarmate, vincere il nemico o essere sconfitte dal nemico.
Da tempo rifletto su questo fenomeno. La guerra, territorio prevalentemente maschile, sembra fornirci le parole per esprimere paure che ci travolgono. A volte, addirittura, ci sembra di non averne a disposizione altre.
E allora ? Forse potrebbe diventare una esercitazione interessante, utile e persino bella, imparare, o re imparare forse, una lingua che non sia “presa in prestito “.
E ancora. Imparare a non “comandare “, bensì a contare, anziché essere contate, come avviene con le cosiddette quote rosa o, peggio, nei casi sempre più frequenti di violenza.
Ma “Per fare “ e aggiungo io dire, “le cose occorre il tempo che occorre.” ha scritto, con parole apparentemente ovvie , un uomo che ha visto da vicino il dolore e la paura, Aldo Moro.
Forse, abbiamo ancora timore a essere più leggere, senza la paura di essere giudicate superficiali, non abbastanza rigorose.
Imparare a parlare una nostra lingua, essere fino in fondo noi stesse…è un augurio, a me , a tutte noi.
Buon lavoro.

Daniela Moggi