Intervista di Davide D’Alessandro a Paola Camassa in attesa del “IX Colloquio di Palermo”, dove si confronteranno diversi analisti della SPI sullo statuto del corpo nella teoria e nella clinica psicoanalitica

“Il cambiamento del corpo è il travaglio dell’adolescenza. Il rischio è la sua manipolazione con farmaci e interventi”

 

Il 28 e 29 ottobre, nel capoluogo siciliano, presso la Pinacoteca Villa Zito, si terrà il IX Colloquio a cura del “Centro di Psicoanalisi di Palermo – Francesco Corrao”. Sul titolo, “Lo statuto del corpo nella teoria e nella clinica psicoanalitica”, si misureranno e confronteranno diversi psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana, tra i quali Sara Capillo, Amedeo Falci, Malde Vigneri, Fernando Riolo, Cristiana Balzano, Claudia Bruno, Diego Bongiorno, Stefano Calamandrei, Antonello Correale, Diletta La Torre, Gemma Zontini, Patrizio Campanile, Benedetta Guerrini Degl’Innocenti, Ronny Jaffé, Luigi Solano, Sarantis Thanopulos e Paola Camassa.

A quest’ultima, autrice di raffinati saggi psicoanalitici nonché di un romanzo, “La Potente”, edito nel 2014 da nottetempo, rivolgo qualche domanda che aiuti a presentare il tema del prestigioso incontro.

 

La sua relazione verterà sulla biologia del piacere e corpo erogeno. Che cosa intende per corpo erogeno?

Il corpo erogeno risponde alla domanda: quale sia lo statuto del corpo nella teoria e nella clinica psicoanalitica, che è al centro del nostro IX Colloquio. Sigmund Freud aveva distinto il piacere genitale, al servizio della procreazione, dal piacere erogeno come funzione generalizzata del corpo, Funktionslust. Io propongo di estendere la funzione di ottenere piacere alla relazione di appagamento tra due corpi, articolando la teoria pulsionale di Freud con la teoria del seno di Wilfred Bion. Il corpo erogeno è il risultato dell’esperienza reale di appagamento condiviso. Il primo corpo erogeno (il seno, la relazione primaria, l’unità madre bambino), è il modello e il fondamento delle future esperienze di appagamento condiviso: l’amore, il gioco, il linguaggio, l’arte, la ricerca. Il primo tempo della sessualità del bambino si dispiega in presenza dell’oggetto, attraverso una condivisione reale con esso. La sessualità infantile autoerotica è il secondo tempo del sessuale del bambino. La relazione madre bambino realizza, cioè appaga la preconcezione del seno, e laddove l’esperienza abbia distrutto quell’attesa saremo partecipi degli effetti dell’onnipotenza, dell’iperbole dell’allucinosi, cioè di azioni volte a negare, espellere il seno o a crearlo da sé. Porterò degli esempi perspicui del fallimento del corpo erogeno: l’anoressia, come allucinosi di un corpo superiore eretto contro la frustrazione del seno reale, la nevrosi ossessiva come ano-malia, drammatico esito della separazione precoce dal corpo materno.

 

Anche la seduzione ha un ruolo in ciò che dice?

Mi sta molto a cuore il ruolo della seduzione, come funzione della pulsione sessuale. È un concetto assai controverso. Se condivido i rischi della seduzione (dell’adulto) è proprio in quanto essa è necessaria. È la pulsione sessuale, che dilazionando la meta genitale, lega l’oggetto; è la pulsione sessuale che, indugiando nelle mete pregenitali arricchisce le esperienze reali e fantasmatiche di piacere. “La madre e il padre seducono l’istinto infantile – scrive Christopher Bollas -, vogliono che il bambino li scelga come oggetti. È la seduzione della madre e del padre che conduce l’istinto del bambino a legarsi a un oggetto esclusivo”. Mi attribuisco l’ipotesi che la seduzione sia l’esito della rimozione primaria/organica della fase estrale nei mammiferi. Dall’esibizionismo, come funzione dell’istinto di riproduzione, alla seduzione, come funzione oggettualizzante della pulsione sessuale. Ho ricostruito con una breve narrazione questo passaggio, questa svolta evolutiva fondamentale per la nostra specie.

 

Quanto e come è cambiato il confronto degli adolescenti di oggi con il proprio corpo rispetto agli adolescenti del passato?

Il cambiamento del corpo e la relazione con questo cambiamento è il travaglio dell’adolescenza, adesso come in tutte le epoche precedenti. Ad esempio l’anoressia, come rifiuto del corpo pubere, è sempre esistita. Il rischio per la nostra epoca è che la possibilità di manipolare il corpo con farmaci, interventi, protesi, alimenti la fantasia di autogenerazione del corpo. Una mia paziente si era sottoposta a diversi interventi chirurgici: naso, glutei, seno, intestino. E, come allora nelle corti medievali, o nei circhi si esibivano le fanciulle miracolose, capaci di digiunare fino allo stremo, oggi, in rete, si esibisce ogni sorta di abuso sul corpo e sicuramente si moltiplica il rischio di emulazione di questi fenomeni che una volta erano più circoscritti.

 

L’analisi in modalità on-line, complice il Covid, si è ampiamente imposta. È auspicabile l’integrazione tra le due modalità, oppure la prerogativa dell’analisi resta la presenza in studio dei due corpi senza alcuna mediazione tecnologica?

Se è stato necessario ricorrere alla modalità on-line, non significa che potrà sostituire la presenza di due corpi nella stanza di analisi. “Se la verità è una relazione, o nella misura in cui lo è – ha scritto recentemente Chiara Valerio – siamo sulla soglia, privi del corpo, dell’interezza dei nostri sensi di specie, di non poterla valutare”.