RECENSIONE DELLO SPETTACOLO TEATRALE “LA COMPAGNIA DEL SONNO” DI ROBERTO ALAJMO, a cura di Maurizio Guarneri

 

 

 

“La compagnia del sonno “ è un testo di metateatro, di teatro nel teatro, nel quale si cerca di realizzare in un teatro un’opera teatrale ma in questo caso essendo un sogno vi è un terzo “teatro” che è l’inconscio dove si costruiscono, si rappresentano i sogni; vi sono quindi tre livelli, tre “scene teatrali”: un teatro dove si rappresenta un’opera teatrale che mette in scena ciò che avviene nel “teatro “ dell’inconscio.

E’ immediata l’associazione con i “Sei personaggi in cerca d’autore “ di Pirandello ; ma mentre in quest’ultima commedia sono i sei personaggi che fanno pressione sull’autore perché questi metta in scena la loro storia, nel lavoro di Roberto Alaimo l’urgenza di rappresentazione proviene dal “sognatore” che vorrebbe fare un bel sogno e pertanto si rivolge a una compagnia di attori che si muovono nel suo “ teatro interiore”: l’inconscio. “Vorrei fare un bel sogno “ significa desiderare di svegliarsi e ricordarsi, con grande piacere, un sogno diverso dai soliti, che interrompa un’attività onirica ripetitiva e banale, comune o angosciante, che rende di cattivo umore per tutta la giornata. Il desiderio di un cambiamento del pensiero onirico durante il sonno equivale al desiderio di un cambiamento nella propria esistenza, vi è un continuum tra il sonno e la veglia: così come si può desiderare una vita diversa, più interessante rispetto a quella che si vive, si può desiderare una produzione di sogni più belli, originali, eccitanti, erotici, che modificano l’umore in senso positivo e possono persino spingere ad essere più attivi, avere nuove idee, prendere nuove iniziative, avere una spinta in avanti ed un’apertura verso il futuro.

La “Traumdeutung” di Freud parla esplicitamente di “scena onirica” e di personaggi del sogno; questo è fornito di paesaggi, arredi, quinte e fondali. Un aspetto narrativo e mimetico vi è regolarmente implicato. In Freud (come ha evidenziato F.Petrella) vi è un continuo riferimento al teatro come metafora della mente e del sogno.

L’arte, il teatro, appartengono alla cosiddetta “area intermedia” di Winnicott, che sta tra mondo interno e mondo esterno, tra gioco e realtà; anche il sogno appartiene a quest’area che è quella della creatività, del ristoro per l’essere umano, rifugio rispetto alla realtà. Nell’opera “La compagnia del sonno” si crea una dimensione sospesa tra gioco e realtà, tra finzione e realtà, ma anche tra un mondo reale e un mondo surreale. A creare un’atmosfera magico-onirica contribuisce, oltre alla scenografia e alle luci, un linguaggio ludico-creativo nonché bizzarro e trasgressivo rispetto al linguaggio comune. Come lo stesso autore ha detto, si tratta di una farsa psicoanalitica, per cui da un lato si ride e dall’altro rimane un retro-gusto amaro che fa riflettere sul desiderio dell’uomo di avere una vita migliore o perlomeno dei sogni migliori.

Non è un caso che la compagnia di attori sia scadente, senza budget. improbabile perché, in effetti, fino a quel momento non vi è stata una produzione onirica di buon livello, rende ragione della insoddisfazione del soggetto che non è contento del lavoro svolto da loro fino a quel momento .

La vita di veglia influenza il pensiero onirico notturno, infatti il primum movens del sogno, l’ elemento che stimola il sogno, come dice Freud , è costituito dai resti diurni , qualcosa che è stato vissuto durante il giorno viene rimosso nell’inconscio e fa da attrattore nei confronti di un desiderio infantile rimosso: insieme costituiscono il nucleo del sogno. Nel caso del nostro “sognatore” potrebbe essere stato l’elemento stimolante del giorno precedente, uno stato di insoddisfazione rispetto alla propria vita o un desiderio di cambiamento.

Freud ha restituito senso al sogno considerandolo l’appagamento allucinatorio di un desiderio infantile rimosso, pertanto attinge nel passato, nell’ inconscio; con Bion il sogno viene considerato come potenza immaginativa e creatrice, potenza narrativa, come un laboratorio di idee che non si limita a manifestare ciò che del nostro passato è rimasto sepolto o sospeso, ma anche ciò di cui la nostra vita ha necessità per mantenersi viva e generativa . Il testo di Roberto Alaimo va più nel senso del pensiero di Bion : emerge il desiderio di qualcosa di nuovo, non più la ripetizione del già noto dei sogni ricorrenti, ma un bel sogno originale, esaltante, eccitante che dia una spinta vitale al soggetto.

A un certo punto gli attori della compagnia del sonno hanno il dubbio che il sognatore dimentichi i sogni e allora si chiedono che senso abbia il loro lavoro; in effetti la maggior parte dei sogni viene dimenticata, in alcuni casi vengono ricordati e in minima parte vengono analizzati ed interpretati, come in psicoanalisi dove i sogni sono considerati “ la via regia per l’inconscio”. L’attività onirica è l’attività del pensiero durante il sonno, utile per la salute psichica, infatti nei disturbi psichici gravi i sogni diminuiscono e possono essere pure assenti. La funzione del sogno, a prescindere dall’essere ricordato, è quella, come dice Ogden, di aiutare l’uomo a pensare ciò che sembra impensabile, a dare espressione a ciò che parrebbe inesprimibile .

Maurizio Guarneri